INVITO ALL'AUDACIA

Questo è “ il momento dell’Audacia”, che non va confusa con il puro e semplice coraggio, cioè con la forza d’animo necessaria per affrontare una situazione difficile. L'audacia è qualcosa di più, è la capacità di uscire da una situazione difficile con un colpo d'ala, uno scatto in avanti, osando quanto prima sembrava impossibile.

O saremo audaci o non usciremo dalla più grave crisi che il nostro Paese ( e non solo) attraversa dal Dopoguerra ad Oggi!

Ciò vale per tutti i campi, ma soprattutto per il mondo della Cultura e dello Spettacolo.

A causa del Lockdown seguito all’emergenza sanitaria, da un giorno all’altro, decine di migliaia di persone,

l’esercito dei precari che fino ad allora aveva contribuito a far funzionare musei, mostre, teatri, orchestre, eventi, si sono ritrovate senza un reddito e a convivere con il fondato timore di dover cambiare mestiere, di doversi reinventare professionalmente.

Se nell’immediato la priorità è stata gestire l’emergenza attraverso l’erogazione di sussidi, ben presto ci si è resi conto che credere di uscire

da questa drammatica situazione con provvedimenti tampone in attesa di ricominciare da dove eravamo rimasti è semplicemente folle!

Per le enormi fragilità strutturali che presenta, questo settore potrà avere un futuro solo se saremo capaci di ridisegnarlo completamente.

Ecco, noi di ClassicaFutura vogliamo contribuire, per l’ambito che conosciamo più da vicino, a quest’impresa. Con audacia!
Essere audaci significa qui essere spietati nell’analisi dei problemi e radicali nell’individuazione delle soluzioni: dire la verità senza timori reverenziali.

E significa dare finalmente la parola ai giovani.

Tutte le fasi di rottura con il passato, di costruzione di qualcosa di nuovo, richiedono l’entrata in campo di una nuova generazione!

Troppe cose non funzionano nel Sistema Musica in Italia, da tempo ne siamo consapevoli e da tempo le accettiamo passivamente.
Abbiamo accettato che trasferirsi all’estero alla ricerca di una formazione di livello fosse una necessità e non una scelta personale;

abbiamo accettato che la precarietà indiscriminata fosse la condizione stabile per la nostra generazione;

abbiamo accettato che questo sistema farraginoso spegnesse giorno dopo giorno il nostro entusiasmo, la nostra passione e, cosa ancora più grave, abbiamo lasciato che maturasse una frattura profonda tra artista e pubblico.
Il musicista ha poco a poco smarrito la sua missione sociale, assorbito da una frenetica routine e da una riproposizione e conservazione museale della tradizione della musica classica, come dimostra l’età avanzata del nostro pubblico più affezionato.

E’ il momento di dire: Basta!

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Dobbiamo cogliere la grande opportunità che questo momento ci offre!

E’ accaduto qualcosa di significativo durante il primo periodo di lockdown: in molti hanno cercato conforto alla solitudine e all’angoscia nell’arte e più in particolare nellamusica, che è stata riscoperta come “ bene essenziale”. Il musicista, a sua volta, ha ritrovato il valore sociale e curativo della propria arte.
Non lasciamo che questa fiammella si spenga, alimentiamola e facciamola diventare fuoco.

E’ nostro dovere lottare per il futuro e non arriverà un altro momento per farlo!

Dovremo essere caparbi, determinati, uniti e dovremo saper resistere ogni volta che qualcuno cercherà di farci credere che è una battaglia impossibile o destinata al fallimento.
Ecco, in quel momento dovremo essere consapevoli che non solo la strada intrapresa è l’unica possibile, ma è anche l’unica giusta!