Ripensiamo il Sistema Musica italiano
Pubblico
Il grande malinteso radicatosi ormai nel sistema è credere che il pubblico sia un accessorio. Da tempo la piramide del sistema spettacolo è rovesciata, con gli artisti e il pubblico ai margini.
Ovviamente non si può pensare che questo processo sia avvenuto a nostra insaputa e non si può dunque esimersi dal sottoporsi ad un’operazione di autocritica. Abbiamo lasciato che il pubblico fosse considerato alla stregua di un semplice consumatore da essere contato, numerato, catalogato. Negli anni il musicista ha poco a poco smarrito la sua missione sociale, assorbito da una frenetica routine e da una riproposizione e conservazione museale della tradizione della musica classica, come dimostra l’età avanzata del nostro pubblico più affezionato: si è creata così una frattura profonda tra l’artista e il pubblico.
Bisogna tornare a prendersi cura del pubblico, bisogna ricostruire un rapporto dialogico e attivo di condivisione, un rapporto di fiducia reciproca.
Obiettivi:
1) dovremo tornare a formare il nostro pubblico: pensarlo in prospettiva come il pubblico che riempirà i teatri di domani.
Dovremo farlo partendo dalla scuola dell’obbligo: un grande piano di ridefinizione dell’importanza ricoperta dallo studio della storia della musica, dall’esperienza della musica colta dal vivo fin da bambini e, perché no, di uno strumento, all’interno del percorso formativo di ogni giovane studente. Dovremo dare ai giovani l’opportunità e gli strumenti per avvicinarsi alla musica d’arte.
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